Citazioni

Gli uomini e le donne non si accontentano di consolarsi con miti di dei e di giganti o di restringere il loro pensiero alle faccende della vita quotidiana; costruiscono anche telescopi e satelliti e acceleratori, e siedono alla scrivania per ore interminabili nel tentativo di decifrare il senso dei dati che raccolgono. Lo sforzo di capire l’universo è tra le pochissime cose che innalzano la vita umana al di sopra del livello di una farsa, conferendole un po’ della dignità di una tragedia.

Steven Weinberg, I primi tre minuti (1993) - VIII Epilogo: Uno sguardo al futuro


Fuori c’era questo enorme mondo, che esiste indipendentemente da noi, esseri umani, e che ci sta di fronte come un grande, eterno enigma, accessibile solo parzialmente alla nostra osservazione e al nostro pensiero. La contemplazione di questo mondo mi attirò come una liberazione, e subito notai che molti degli uomini che avevo imparato a stimare e ad ammirare avevano trovato la propria libertà e sicurezza interiore dedicandosi ad essa. Il possesso intellettuale di questo mondo extrapersonale mi balenò alla mente, in modo più o meno consapevole, come la meta più alta fra quelle concesse all’uomo. Gli amici che non si potevano perdere erano gli uomini del presente e del passato che avevano avuto la stessa meta, con i profondi orizzonti che avevano saputo dischiudere.

Albert Einstein (Autobiografia Scientifica, 1949)


Lo scopo della scienza è quello di rendere comprensibili in modo più semplice le cose difficili. Lo scopo della poesia è quello di esprimere le cose semplici in modo incomprensibile. Sono due cose incompatibili.

Paul A.M. Dirac, cit.da Helge Kragh in Dirac: A Scientific Biography (1990)


Si ritiene che l’applicazione di un sistematico “metodo scientifico” comporti indossare un camice bianco ed essere ottusi… un automatico giro della manovella e raccolta di dati del tipo che Kuhn chiama “scienza normale” e Rutherford “raccolta di francobolli”. In realtà la creazione di nuova scienza è un atto creativo, letteralmente, e le persone che non sono creative non sono molto bravi a farlo.

Philip W. Anderson, Some ideas on the Aesthetics of Science, Nishina Memorial Lecture, Tokyo 18 May 1989.


Lo scienziato deve fare ordine: la scienza si fa con i fatti così come una casa si fa con i mattoni, ma l’accumulazione dei fatti non è scienza più di quanto un mucchio di mattoni non sia una casa.

Henri Poincarè, La Scienza e l’ipotesi, (1902)


La scienza è l’unica educazione universale.
Le scienze umane riguardano solo le persone.
La tecnologia riguarda solo le cose che le persone usano.
Ma le persone formano solo una frazione infinitesimale dell’universo.
La scienza riguarda tutto.

Warren Siegel, Common misconceptions , in http://insti.physics.sunysb.edu/~siegel/warning.html


Molti politici, ma anche molti rappresentanti dell’industria e del mondo accademico, sono convinti che la società dovrebbe investire esclusivamente in ricerche che abbiano buone probabilità di generare benefici diretti e specifici, nella forma di creazione di ricchezza e di miglioramenti della qualità della vita. In particolare essi ritengono che le ricerche nella Fisica delle Alte Energie e dell’Astrofisica siano lussi inutili e dispendiosi, che queste discipline consumino risorse piuttosto che promuovere crescita economica e benessere per l’uomo.
Per esempio, fatemi citare una recente lettera all’Economist: ‘I fisici che lavorano nella ricerca fondamentale si sentirebbero vessati se dovessero indicare qualcosa d’utile che possa derivare dalle loro elaborazioni teoriche … E’ molto più importante incoraggiare i nostri ‘migliori cervelli’ a risolvere problemi reali e lasciare la teologia ai professionisti della religione’. Io credo invece che queste persone si sbaglino completamente, e che la politica che essi invocano è molto poco saggia e controproducente.

Se Faraday, Roentgen e Hertz si fossero concentrati sui ‘problemi reali’ dei loro tempi, non avremmo mai sviluppato i motori elettrici, i raggi X e la radio. E’ vero che i fisici che lavorano nella ricerca fondamentale si occupano di fenomeni ‘esotici’ che non sono in se stessi particolarmente utili. E’ anche vero che questo tipo di ricerca è costoso. Ciò nonostante, io sostengo che il loro lavoro continua ad avere un enorme impatto sulla nostra vita. In verità, la ricerca delle conoscenze fondamentali, guidata dalla curiosità umana, è altrettanto importante che la ricerca di soluzioni a specifici problemi pratici.

Sheldon Glashow, L’importanza scientifica e tecnologica della fisica delle particelle, Parigi 4 ottobre 2002, trad.it. cortesia Prof. Guido Martinelli


Se la ricerca guidata dalla curiosità scientifica è economicamente importante, perché dovrebbe essere finanziata da fondi pubblici piuttosto che privati? La ragione e’ che ci sono delle scienze che portano benefici di carattere generale, piuttosto che vantaggi specifici a prodotti individuali. L’eventuale ritorno economico di queste ricerche non può essere ascritto ad una singola impresa o imprenditore. Questa è la ragione per la quale la ricerca pura è finanziata dai governi senza tener conto dell’immediato interesse commerciale dei risultati. Il finanziamento governativo della ricerca di base, non indirizzata a finalità immediate, deve continuare se si vogliono ottenere ulteriori progressi."

Chris Llewellyn-Smith, riportato da Sheldon Glashow, cit.


Mi chiedo dove andranno a finire le competenze italiane. Almeno quelle che oggi vi restano. La situazione è demoralizzante ed è chiaro che i giovani si rivolgano altrove. Gli enti di ricerca vogliono fare solo ricerca applicata, mortificando sempre più la ricerca di base. Ma la ricerca di base è paragonabile alle radici di un albero: se si vogliono i frutti bisogna alimentare le radici. In Italia invece si tagliano le radici. E allora, secondo lei, quali frutti potrà produrre domani quell’albero?
Carlo Rubbia, riportato in https://www.scienzainrete.it/italia150/carlo-rubbia


Il mio intervento di questo pomeriggio riguarderà la filosofia della scienza piuttosto che la scienza stessa. Questa cosa è, in qualche modo, per me insolita e, suppongo, lo sia in generale per uno scienziato nel pieno delle sue attività. Ho letto l’osservazione (anche se ho dimenticato la fonte) che la filosofia della scienza è tanto utile agli scienziati quanto l’ornitologia agli uccelli.

Steven Weinberg, Newtonianism, reductionism and the art of congressional testimony, Nature volume 330, pages433–437,(1987)
https://www.nature.com/articles/330433a0


Non si tratta di negare ogni valore alla filosofia, la maggior parte della quale non ha niente a che fare con la scienza. Non intendo nemmeno negare ogni valore ala filosofia della scienza, che al meglio mi sembra un piacevole racconto sulla storia e le scoperte della scienza. Ma non dovremmo aspettarci che fornisca agli scienziati di oggi una guida utile su dove indirizzare il loro lavoro o su che cosa è probabile trovare.

Steven Weinberg, Il sogno dell’unità dell’Universo, VII - Contro la Filosofia, (1993)


Oggi noi continuiamo a cercare l’ordine della natura, ma non pensiamo che si tratti di un ordine fondato su valori umani… Il mio punto di vista è che questa ardente aspirazione a una visione olistica della natura sia precisamente ciò di cui gli scienziati hanno dovuto disfarsi. Semplicemente, nelle leggi di natura non troviamo nulla che corrisponda in qualsiasi maniera alle idee di virtù, giustizia, amore o contesa, e non possiamo contare sulla filosofia come guida affidabile alla spiegazione scientifica.

_Steven Weinberg, Spiegare il mondo, V – Scienza antica e religione, (2015)


Lo scienziato non studia la natura perché sia utile farlo. La studia perché ne ricava piacere; e ne ricava piacere perché è bella. Se la natura non fosse bella, non varrebbe la pena conoscerla, e la vita non sarebbe degna di essere vissuta. Ovviamente, non mi riferisco alla bellezza che colpisce i sensi, alla bellezza delle qualità e delle apparenze. Non la disprezzo affatto, ma non ha niente a che fare con la scienza. Intendo riferirmi a quell’intima bellezza che deriva dall’ordine armonioso delle parti e che può essere colta da un’intelligenza pura. (…) Proprio perché la semplicità e la vastità sono entrambe belle noi cerchiamo di preferenza fatti semplici e fatti vasti; e ne traiamo piacere, ora dal seguire il corso immenso delle stelle, ora dall’osservare con un microscopio quella prodigiosa piccolezza che è anche una vastità, e ora nel ricercare nelle ere geologiche quei segni del passato che ci attraggono per la loro lontananza

Henri Poincarè, Scienza e Metodo,Part I. Ch. 1 : La selezione dei fatti, (1908)


Nei mari del Sud vive un popolo che pratica infatti il culto dei cargo: durante la seconda guerra mondiale hanno visto atterrare aerei carichi di ogni ben di Dio, ed ora vorrebbero che la cosa continuasse. Hanno tracciato sul terreno delle specie di piste; accendono fuochi ai loro lati; hanno costruito una capannuccia in cui si siede un uomo con due pezzi di legno a mo’ di cuffie, e da cui sporgono dei bambù a mo’ d’antenne radio (l’uomo rappresenta il controllore di volo); ed aspettano che gli aerei atterrino. Fanno tutto correttamente; la forma è perfetta e rispetta quella originale: ma la cosa non funziona. Non atterra nessun aereo. Così parlo di scienze da cargo cult: sono scienze che seguono i precetti e le forme apparenti dell’indagine scientifica ma alle quali, però, manca un elemento essenziale, visto che gli aerei non atterrano. Richard Feynman (Lezione Magistrale al CalTech, 1974, trascritta in appendice a “Surely you’re joking, Mr.Feynman!”)


Se la scienza è fallibile figuriamoci il resto!
Edoardo Boncinelli (risposta alla domanda di un giornalista cit. in G.Corbellini, “Scienza”, cap. 1)