Il potere dell’insegnamento raramente è di grandissima efficacia, tranne in quei casi felici e fortunati in cui è quasi superfluo.
Edward Gibbon, Miscellaneous Works, 5 voll., 2ª ed., London, J. Murray, 1814
Come per ogni argomento non banale non è mai possibile dare a chi ignora completamente la materia delle risposte semplici ed eusarienti in poche parole, chiarendo rapidamente i loro dubbi.
Seguendo Irving Adler[1] è invece possibile intravedere i concetti chiave, le idee principali di una materia scientifica inseguendo tre metafore:
Le cose vanno spiegate nel modo più semplice possibile, ma non troppo semplici, altrimenti si creano solo l’illusione
di aver capito e tanti fraintendimenti.
Invece studiare tutto in modo troppo approfondito e rigoroso equivale a precipitare in una infinita tana del Bianconiglio,
senza la certezza di toccare il fondo (come riesce ad Alice, ma nel paese delle meraviglie).
Brillanti studenti delle scuole secondarie e dei primi anni dell’università, e gli autodidatti motivati e di talento, le persone che non hanno avuto modo di seguire corsi formali di livello universitario sulla scienza moderna, o li hanno abbandonati, ma continuano a leggere ed informarsi per tutta la vita, interessati al linguaggio della matematica, dovrebbero:
Vladimir Arnold, On Teaching Mathematics, Russ. Math. Surv. 53 1 (1998)
[1]: Irving Adler, Ruth Adler, Peter Ruane - A New Look at Geometry, 1° ed. 1966, new ed. 2013.
Adler è ben noto per la causa del 1952 presso la Corte Suprema degli Stati Uniti,
Adler vs. Board of Education,
con cui si faceva ricorso contro il licenziamento da tutte le scuole dei professori sospettati di idee politiche progressiste
e di sinistra.
Era il periodo particolarmente buio per la democrazia e la giustizia della caccia alle streghe maccartista,
ed negli USA vennero emanate diverse leggi ed ordinanze liberticide.
Adler perse la prima volta in giudizio, e venne quindi prima sospeso dalla sua cattedra di matematica, ed in seguito licenziato.
Ma continuò la battaglia per la libertà di insegnamento, riprovando altre volte,
finchè quindici anni dopo la Corte Suprema gli diede ragione e reintegrò in servizio tutti gli insegnanti cacciati.
Nel frattempo aveva molto tempo libero e scrisse oltre 50 volumi tra manuali di matematica e libri divulgativi.