Libri per la storia dell’universo, della terra, della vita, e dell’umanità. E per capire chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo.
Parte Seconda
Indice
I volumi
Gli Indispensabili
Per chi non ha tempo di leggere tanti libri ma solo due:
Di solito si pensa alla storia come una successione di eventi politici, militari e culturali. Limitata geograficamente all’europa occidentale ed al mediterraneo. Limitata temporalmente dall’invenzione dell’agricoltura,della scrittura e delle prime società statali fino ai giorni nostri. Ristretta allo studio di una civiltà, nazione od impero alla volta. Senza nessun collegamento interdisciplinare con le scienze naturali e sociali. La storia come descrizione di “un maledetto fatto dopo l’altro”, per lo studioso Jared Diamond, incapace di spiegare e formulare previsioni perchè non si basa sulla scienza moderna, ma solo sulla limitata cultura umanistica. Così è sempre stata insegnata e continua ad essere trattata nelle scuole di ogni ordine e grado.
Una prima rivoluzione copernicana negli studi storici si è verificata con la nuova scuola storica francese riunita intorno alla rivista “Annales”, fondata intorno al 1930 da Marc Bloch e Lucien Febvre, con esponenti come Henri Pirenne, Fernand Braudel, Jacques Le Goff, Georges Duby. L’attenzione è stata spostata dalla micro-storia degli eventi alla storia su tempi lunghi (secoli) delle strutture sociali, economiche, politiche e culturali, con i contributi dati dallo studio di economia, geografia, clima, geologia. Grande importanza viene data alla storia della vita quotidiana e materiale (commercio, alimentazione, sessualità, religione,…), dei soggetti marginali (donne, contadini, poveri,…). Il campo della documentazione storica è stato allargato a scritti teologici, medici, giuridici, atti amministrativi, folklore, dipinti, incisioni, cronache, reperti archeologici, testimonianze orali, canzoni, mappe, fotografie, utensili e macchinari. In questo modo la storia è entrata a pieno titolo tra le scienze sociali.
La visione eurocentrica della storia è stata sempre più criticata
dagli anni sessanta del secolo scorso. Ed una seconda rivoluzione
allargato il centro dell’attenzione dalla storia
europea alla storia globale del mondo.
Lo storico americano William H. McNeill, nel suo
The Rise of West ( L’ascesa dell’Occidente. Una storia della comunità umana, 1964),
ha criticato la storia mondiale comparata e le tesi di Oswald Spengler (Il declino dell’Occidente)
ed Arnold Toynbee (Le civiltà nella storia, Il racconto dell’uomo)
che consideravano le civiltà come indipendenti e separate.
Per McMeill lo sviluppo umano va studiato
come un continuo scambio ed interazione tra civiltà diverse in contatto tra loro
(vedi anche Human Web, una sintesi storica redatta con il figlio J.R. McNeill).
La storia globale, o World History, nata ufficialmente intorno al 1980, si basa su questa idea
degli scambi tra civiltà, e studia la storia da una prospettiva globale
superando le visioni monoculturali e parziali.
Il sociologo Immanuel Wallerstein ha analizzato
la globalizzazione con la teoria del sistema-mondo, influenzata da
Braudel, Fanon, Prigogine, Marx, Polanyi.
Wallerstein rifiuta la distinzione tra primo, secondo e terzo mondo
sostenendo che esiste un solo mondo collegato da una complessa rete di relazioni di scambio economico,
vale a dire una economia mondiale o sistema-mondo,
con gli stati che rivestono un ruolo distinto (centrali o periferici).
In antropologia il materialismo culturale,
proposto dall’antropologo americano Marvin Harris,
in L’evoluzione del pensiero antropologico(1968),
spiega società e cultura come effetto
di fattori materiali (economici, tecnologici, ambientali e demografici),
con influenza del materialismo marxista aggiornato.
I bisogni biologici degli individui
e le relazioni materiali (produzione, lavoro, tecnologia, ambiente, demografia)
sono determinanti nell’evoluzione della cultura e delle pratiche sociali.
Ma gli importanti meccanismi regolatori del sistema sono
le relazioni sociali (istituzioni politiche, organizzazione familiare, ruoli di genere),
simboliche (arti, riti, giochi, sport, scienza, religione), e
ed ideologiche (idee, valori, filosofie, credenze),
che non sono semplice sovrastruttura o fenomeni superficiali.
La Macrostoria analizza gli avvenimenti storici in un contesto più ampio,
come l’ambiente geografico, l’economia, le ideologie e la cultura,
con un approccio interdisciplinare.
Esamina l’evoluzione di stati e società nel corso di un arco temporale esteso su più secoli,
e cerca di trarre conclusioni generali sulle dinamiche comuni delle collettività umane,
utilizzando dati economici, demografici, climatici e di altro genere.
Un approccio macrostorico è quello dello
storico israeliano Yuval Noah Harari, che nel volume Sapiens. Da animali a dei: Breve storia dell’umanità,
(2011), esamina lo sviluppo dell’intera storia dell’uomo,
con l’apporto di paleoantropologia, archeologia, biologia, ecologia, economia, politica e filosofia.
Il primo volume di una ideale trilogia sul passato (Sapiens), il presente (21 lezioni per il XXI secolo)
ed il futuro (Homo Deus) dell’umanità.
Alcuni falsi miti sulle società del passato e sull’evoluzione lineare dell’umanità dalla preistoria ad oggi
sono stati smontati in un’opera monumentale, L’Alba di Tutto. Una nuova storia dell’umanità (2021),
compilata dall’antropologo e sociologo David Graeber (l’ideologo dei movimenti no-global
ed occupy wall street), e dall’archeologo David Wengrow, alla luce
delle più recenti scoperte storiche ed archeologiche, combinate con l’influsso di pensatori
non appartanenti alla storia occidentale. Non è stato incluso in questa selezione per motivi di tempo,
ma sarà senz’altro recensito in un futuro post su questo blog.
Una terza rivoluzione è l’ avvicinamento dello studio della storia a quello delle scienze naturali ed esatte. Nel celebre saggio Armi, Acciaio e Malattie. Breve storia degli ultimi tredicimila anni (1997), lo studioso americano Jared Diamond (antropologo, geografo, fisiologo, biologo, zoologo e botanico) esplora i fattori geografici, culturali, ambientali e tecnologici che portarono alla dominazione della cultura occidentale sul mondo. Per rispondere a queste domande integra la storia con le ultime scoperte scientifiche di archeologia, antropologia, biologia molecolare, ecologia, epidemiologia, genetica, linguistica, scienze sociali, teoria del caos e dei sistemi complessi.
Per alcuni sociologhi ed economisti come Jason Moore e Raj Patel si dovrebbe parlare più correttamente di Capitalocene, perchè è il capitalismo, non l’uomo o la scienza, che distrugge la natura, l’ambiente e la civiltà (Jason W. Moore, Ecologia-mondo e crisi del capitalismo., Antropocene o Capitalocene.).
Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni
Einaudi (2014), 414 pagine, nuova edizione accresciuta, trad.it. di “Guns, Germs & Steel”, Norton(1997)
In questo celebre saggio l’eclettico scienzato americano Jared Diamond cerca di comprendere perchè alcune società sono più ricche, progredite, organizzate, avanzate tecnologicamente e scientificamente e dominano gli altri paesi meno sviluppati. Per rispondere a queste domanda integra la storia con le ultime scoperte scientifiche di archeologia, antropologia, biologia molecolare, ecologia, epidemiologia, genetica, linguistica, scienze sociali, teoria del caos e dei sistemi complessi. Nella sua ricerca esplora i fattori geografici, culturali, ambientali e tecnologici che portarono alla dominazione della cultura occidentale sul resto mondo, partendo da circa tredicimila anni fa, agli albori della rivoluzione che trasformerà l’uomo da cacciatore e raccoglitore di frutti e verdure spontanee ad agricoltore ed allevatore di animali che si organizza in società via via più complesse. I fattori principali che hanno guidato la storia umana sono quelli citati nel titolo, la tecnologia delle armi e dell’acciaio, e le malattie portate da virus come il vaiolo. Quest’ultima causa, meno intuitiva a prima vista, deriva dal fatto che nell’Eurasia l’agricoltura, l’urbanizzazione e la promiscuità con animali addomesticati sono sviluppate prima che in America, Africa ed Oceania (anzi in questi due continenti non sono praticamente nate). Questo ha portato a sviluppare un sistema immunitario molto più resistente a numerose malattie negli europei e negli asiatici, causando lo sterminio delle altre popolazioni quando sono venute a contatto con certi germi e virus. Ma certi popoli hanno raggiunto prima un livello maggiore di sviluppo non per superiorità rispetto agli altri ma per la fortuna nello sfruttare certe opportunità geografiche ed ambientali. Il libro di Diamond è quindi anche un ottimo antidoto contro il razzismo.
Dalla quarta di copertina:
Perché alcuni popoli sono piú ricchi di altri? Perché gli europei hanno conquistato buona parte del mondo? La tentazione di rispondere tirando in ballo gli uomini e le loro presunte attitudini è forte. Ma la spiegazione razzista non va respinta solo perché è odiosa, dice Diamond: soprattutto perché è sbagliata e non regge a un esame scientifico. Le diversità culturali non sono innate, ma affondano le loro radici in diversità geografiche, ecologiche e territoriali sostanzialmente legate al caso. Armato di questa idea, Diamond si lancia in un appassionante giro del mondo, alla ricerca di casi esemplari con i quali illustrare e mettere alla prova le sue teorie. Attingendo alla linguistica, all’archeologia, alla genetica e a mille altre fonti di conoscenza, riesce a condurre questo tour de force storico-culturale con sorprendente maestria e rara abilità di divulgatore.
Questa nuova edizione è stata arricchita dal capitolo Chi sono i giapponesi? e da una postfazione dell’autore.
Raffaello Cortina Ed.(2013), 356 pagine, trad. it. di “The Social Conquest of Earth”, Liveright(2012)
Il biologo statunitense Edward Osborne Wilson, nato nel 1929, è il fondatore della Sociobiologia, intesa come lo studio sistematico dell’evoluzione biologica del comportamento sociale, sia degli animali che degli uomini, un prodotto dell’interazione tra l’eredità genetica e gli stimoli ambientali. Un campo di indagine a metà strada tra le scienze della natura e le discipline sociali basato sulla teoria dell’evoluzione di Darwin, di cui un altro importante esponente è il zoologo inglese Richard Dawkins. Wilson si è occupata a fondo anche di biodiversità, oltre che del comportamento sociale delle formiche. Tra le sue tante opere ricordiamo “Sociobiology. The New Synthesis”, “The Ants”,“On Human Nature”,“The diversity of Life”, “Lettere ad un giovane scienziato”,“Il significato dell’esistenza umana”, “Le origine profonde delle società umane”, “Metà della Terra - Salvare il futuro della vita”, “Storie dal mondo delle formiche”. “La conquista sociale della terra” è il punto di vista della sociobiologia sulla nascita delle società umane.
Dalla quarta di copertina:
Nel volume l’autore delinea lo sviluppo di Homo sapiens dallo stadio iniziale alle più importanti conquiste creative. Nel rielaborare la storia dell’evoluzione umana, attinge alla sua straordinaria conoscenza della biologia e del comportamento sociale per illustrare l’origine della nostra condizione attraverso una limpida e incalzante narrazione. Wilson mostra come, dagli insetti sociali all’uomo, l’evoluzione non sia stata sospinta solo dall’egoismo genetico e dalla competizione individuale, ma anche dallo sviluppo di comportamenti sociali e cooperativi sempre più elaborati all’interno dei gruppi. È stata una forza evolutiva a guidare la conquista sociale della Terra da parte dell’uomo. Ora però abbiamo accelerato a tal punto, attraverso una crescita non regolamentata e incondizionata, da minacciare il pianeta così come lo conosciamo. “La conquista sociale della Terra” presenta una provocatoria teoria delle nostre origini che delinea l’evoluzione del vivente “da un inizio tanto semplice” all’attuale e pericolosa “civiltà delle Guerre Stellari”.
Le origini delle culture
Feltrinelli(2013), 240 pagine, trad.it. di “Cannibals and Kings: Origins of Cultures”, Random House(1977)
Il grande antropologo americano Marvin Harris ha creato il paradigma del materialismo culturale neo-marxista. Etichettando i fattori demografici e produttivi come “infrastruttura”, Harris postulò che questi fossero i fattori chiave nel determinare la struttura sociale e la cultura di una società. Dopo la pubblicazione de L’evoluzione del pensiero antropologico nel 1968, Harris spinse gli antropologi a focalizzarsi sulle relazioni culturali ed ecologiche per tutta la sua carriera. Molte delle sue pubblicazioni hanno avuto ampia diffusione tra i lettori profani.
Secondo il materialismo culturale, l’antropologia doveva fornire spiegazioni causali delle somiglianze e delle differenze esistenti negli schemi di pensiero e nel comportamento delle società umane. Le leggi, le regole sociali, le prescrizioni religiose derivano da fattori di tipo materiale che sono poi riformulati in termini culturali. Una sua lettura molto affascinante è “Buono da mangiare” dove spiega l’origine dei tabù alimentari religiosi e culturali. Molto sue opere sono dirette al grande pubblico e non solo agli addetti ai lavori, come “Buono da mangiare”, “La nostra specie”, “Why nothing works. The Anthropology of Daily Life”, “Cows, Pigs, Wars & Witches” ed appunto il classico ma sempre attuale “Cannibali e Re”. La sua analisi della natura della violenza nelle società primitive, culturale e non biologica, integra quella di Steven Pinker (“Il declino della violenza”).
Dalla quarta di copertina:
Perché i cacciatori dell’età della pietra vivevano in un benessere quasi invidiabile? Come nacque l’agricoltura? E la guerra? Perché gli Aztechi si cibavano dei loro prigionieri e praticavano sacrifici cruenti? Cosa spinse tante culture alla sistematica uccisione delle neonate? Quale fu l’origine di una supremazia, quella maschile, che non ha alcuna giustificazione biologica? Come sorse e si radicò il complesso di Edipo? A domande come queste il grande antropologo americano Marvin Harris dà organica risposta, mettendo a frutto lunghe ricerche condotte fra le civiltà primitive e avanzate del presente e del passato, costruisce una teoria per molti aspetti originale basata su un rinnovato determinismo. Secondo Harris le diverse civiltà e culture locali si sono sviluppate e caratterizzate a seconda del loro o modo di rispondere alle effettive disponibilità delle risorse. Quando la domanda della popolazione in aumento era superiore a tale disponibilità, le culture intensificavano la produzione finché le risorse originali si approssimavano a un pericoloso esaurimento. Per sopravvivere era allora necessario agire sulla domanda, anche con mezzi radicali, e cercare altre risorse attraverso nuove tecnologie (l’agricoltura, ad esempio), dando inizio a un nuovo ciclo fatalmente portato a ripercorrere le tappe di quello precedente, nella perenne ricerca di un equilibrio possibile, in cui il rapporto costi-benefici fosse sopportabile.
Economia, società, civiltà
Dedalo(2020), 416 pag., nuova edizione, basata su raccolta originale di scritti del 1984
Fernand Braudel è stato uno dei più importanti storici del XX secolo. Nato in Francia nel 1902, ha elaborato innovative teorie storiche, tra cui la teoria dei tre tempi. ed ha scritto libri libri di grande importanza come «Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II» (2 vol., Einaudi), ma anche “Civiltà materiale, economica e capitalismo, secoli XV-XVIII” (1967-1979), “L’Identità della Francia” (1986-1988), “Il Mediterraneo. Lo spazio, la storia, gli uomini, le tradizioni” (1987), “Memorie del Mediterraneo. Preistoria e Antichità” (1998), Venezia (Il Mulino 2013), “Scritti sulla storia” (Bompiani 2016).
L’opera e il pensiero di Fernard Braudel sono intrinsecamente legati alla corrente della Scuola delle Annales (che dirigerà dal 1956), sviluppata in Francia all’inizio degli anni ’30 da Marc Bloch, Lucien Febvre ed appunto Braudel. L’impostazione metodologica è innovativa rispetto agli storici precedenti: una concezione della storia non come un racconto cronologico di fatti e avvenimenti passati, ma come uno strumento per conoscere e comprendere la società umana.
Tra il 1941 e il 1944 lo storico francese è internato nei campi di Magonza e Lubecca ed è proprio in questa circostanza che approfondisce la sua teoria dell’indagine storica.
Il rapporto che viene sottolineato maggiormente è quello tra la storia profonda e la storia evenemenziale: lo storico non deve limitarsi all’analisi e all’indagine del singolo fatto o avvenimento cronologico, ma dev’essere in grado di comprendere il contesto storico in cui esso avviene e la modifica delle relazioni di potere che esso inaugura.
Dalla quarta di copertina:
Una raccolta “senza tempo” di importanti saggi di analisi sociale ed economica, ritratti di storici di oggi e del passato, e vivaci testimonianze di tipo autobiografico. Un volume che ha lanciato le tematiche tipiche del “modello braudeliano” di indagine storiografica.
L’attenzione che oggi richiama in tutto il mondo l’opera di Fernand Braudel, il grande storico francese scomparso nel 1985, va indubbiamente al di là della tradizionale accoglienza che gli é sempre stata riservata dalla comunità degli storici. Allievo e successore di Lucien Febvre alla guida della scuola delle «Annales», autore di opere centrali della storiografia di questo secolo, Braudel ha visto crescere intorno al suo lavoro, soprattutto negli ultimi anni, l’interesse degli uomini di cultura e del pubblico e vi ha preso parte attiva con numerosi interventi (annotazioni, interviste, libri di fotografie, trasmissioni televisive). Il lettore potrà trovare nel volume saggi importanti e anticipatori delle tematiche tipiche del «modello braudeliano» d’indagine storiografica.
Una Storia
Vaclal Smil è uno scienziato ed analista di origine ceca ma naturalizzato canadese. I suoi interessi di ricerca comprendono un’ampia area di studi su energia, ambiente, cibo, popolazione, economia, storia e politiche pubbliche. Ha applicato il suo approccio aperto ed interdisciplinare alle questioni energetiche, alimentari e ambientali per il futuro dell’umanità. Tra i suoi maggiori estimatori si annovera il fondatore della Microsoft, Bill Gates, che cita continuamente i suoi libri nei consigli di lettura, ed ha recensito con entusiasmo Energia e Civiltà , in cui si presenta il corso della storia umana come la gestione di flussi e depositi di energia.
Dalla quarta di copertina:
Una storia dell’energia, l’unica moneta universale, necessaria per ottenere qualsiasi cosa, attraverso lo sviluppo sociale, tecnologico e industriale. Smil racconta le ere dell’energia, dalla preistoria in cui si scopre il fuoco alla società moderna che dipende dalle fonti fossili. Agricoltura, industria, trasporti, armi, ma anche comunicazione, economia, urbanizzazione, qualità della vita, politica e ambiente sono parte in causa di queste transizioni epocali. Il libro presenta l’evoluzione umana e il corso della storia come una continua ricerca di modi per controllare depositi e flussi di sempre più concentrate e sempre più versatili fonti di energia, allo scopo di convertirle - in modalità più accessibili, a costi più bassi e con efficienza maggiore - in calore, luce e movimento. Con il problema dell’inquinamento e delle fonti rinnovabili. Una panoramica interdisciplinare sullo sviluppo del mondo, in cui si fondono in un’unica voce approcci di storici, scienziati, ingegneri ed economisti, arricchita da box e tavole essenziali per le spiegazioni più dettagliate.
Come le invenzioni dell’uomo hanno trasformato il mondo Trad.it di The Invention of Science. A New History of the Scientific Revolution
L’evento più importante della storia dell’umanità è senza dubbio la Rivoluzione Scientifica del Seicento di Galilei, Newton ed altri. Come del resto il progetto più importante della storia umana dopo le piramdi è il progetto Manhattan, per la costruzione della bomba atomica durante la seconda guerra mondiale. Dal progresso scientifico e tecnologico, e dalla sua complessa interazione con la finanza e le istituzioni politiche, derivano tutta la ricchezza, il benessere, la salute dell’umanità. L’opera di David Wootton è una monumentale storia della Rivoluzione Scientifica.
Dalla quarta di copertina:
La Rivoluzione scientifica è stata la più importante rivoluzione della storia umana. In questo libro monumentale David Wootton ci accompagna tra i secoli e i continenti per esplorare le tappe che hanno portato alla nascita della scienza moderna: una svolta epocale cui diedero impulso la stampa a caratteri mobili, la scoperta dell’America, i progressi dell’astronomia, l’intuizione della pittura prospettica, e il cui sviluppo fu segnato da invenzioni in grado di moltiplicare le capacità umane, come l’orologio, il microscopio e il telescopio, il termometro, fino alle macchine a vapore da cui prese avvio l’industrializzazione. L’invenzione della scienza ha cambiato le nostre1 vite materiali, la nostra visione del mondo, la consapevolezza di noi stessi, grazie al genio di Copernico, Brahe, Galileo, Boyle, Keplero, Newton e ad altri scienziati straordinari e iconoclasti, ma anche grazie a pensatori che passo dopo passo hanno saputo anticipare e interpretare lo spirito della modernità come Montaigne, Giordano Bruno, Descartes, Bacon, Hobbes, Locke. Un’impresa collettiva resa possibile dall’intreccio virtuoso fra la competizione e la cooperazione delle menti più ingegnose, che vinse la sfida contro ogni superstizione e ortodossia religiosa stabilendo il primato dell’esperienza sull’autorità e sul ragionamento deduttivo. Il metodo scientifico, con il suo irrinunciabile vocabolario di «fatti», «esperimenti», «ipotesi», «teorie», «prove», è ancora oggi il patrimonio più prezioso di cui disponga l’umanità: le tesi e le invenzioni possono essere superate, il metodo rimane, garantendoci non verità assolute, ma la possibilità di attingere sempre a un sapere attendibile e solido, dalle infinite applicazioni pratiche. “La scintilla della creazione” è la storia di come questo patrimonio si è formato: un percorso entusiasmante che è anche un invito a difendere la scienza dagli assalti di ogni irrazionalismo, e insieme un inno alle inesauribili risorse dell’intelligenza umana. Con uno stile appassionato ed elegante, e un ricchissimo repertorio di illustrazioni, Wootton fa rivivere la meraviglia della scoperta di una stella o di una via navigabile, il coraggio e l’ostinazione dei grandi innovatori, gli Eureka! che hanno cambiato il mondo.
Una lista del genere ovviamente comporta scelte arbitrarie e gravi omissioni. Tanti libri non sono entrati per poco nella lista:
Storie Globali
Mappe
Storie Scientifiche
Storia Economica
Il mondo di oggi