Citazioni su Economia

Economia

L’oggetto dello studio dell’economia non è di acquisire una serie di risposte preconfezionate alle questioni economiche, ma di imparare come evitare di essere ingannati dagli economisti.

Per fare buon uso di una teoria economica, dobbiamo innanzitutto fare la cernita tra gli elementi propagandistici e gli elementi scientifici; poi verificando con l’esperienza, vedere quanto appare convincente la parte scientifica, e in definitiva combinarla con le nostre stesse idee politiche. Joan Robinson, Contributions to modern economics (1978)

Insegna ad un pappagallo a dire “E’ la legge della domanda e dell’offerta” ed avrai un ottimo economista _ Irving Fisher, The Rate of Interest (1907). Citato anche da S.Latouche nell’incipit di Per una decrescita frugale (2012): Si racconta che il grande economista di Yale Irving Fischer (1867-1947) aveva un pappagallo che aveva ammaestrato a rispondere a tutte le domande degli studenti ripetendo: “E’ la legge della domanda e dell’offerta”

Non esistono ricette universali, né politiche sempre e comunque superiori alle altre; gli economisti dovrebbero smettere di vendere questa pericolosa illusione alle opinioni pubbliche e ai responsabili politici. Francesco Saraceno, La Scienza Inutile (2019)

il microbiologo studia i microbi, ma egli non è un microbo, l’economista studia la vita economica delle società, ed egli stesso è un membro di una di queste società. Egli è quindi influenzato dalle proprie valutazioni personali, che entrano, se non altro, nella scelta stessa dei problemi studiati e che possono influire, distorcendoli, sui risultati dell’analisi Paolo Sylos Labini (Lezioni di Economia, 1979, p.8).

Mi sono reso conto che spesso, non sempre, l’applicazione della matematica all’economia consiste nel rendere difficile il facile per mezzo dell’inutile Bruno De Finetti (cit. da Paolo Sylos Labini in “Il mestiere dell’economista tra analisi teorica ed impegno sociale”, 2002, p.11).

Un paese non è una azienda Paul Krugman (2020)

L’economia non è il nostro destino; non esiste un sistema di leggi economiche autonome, vale a dire: l’economia non costituisce un processo naturale, ma è sempre stata una creazione culturale scaturita dalla libera scelta degli uomini. Sicché, anche il futuro dell’economia, o di un determinato sistema economico, è rimesso alla libera volontà di uomini
Werner Sombart (“Capitalismo Moderno”, 1902)

Alcuni “scienziati sociali” accusano gli economisti di aver immaginato, estendendola a tutte le altre attività umane, un’analisi che è appropriata solo per il mercato: che la coda possa dimenare il cane
Albert Hirschman (Shifting involvements, Felicità privata e felicità pubblica, 1982)

Gli economisti soffrono di freudiana invidia della fisica, ossia l’impulso a descrivere il mondo sociale ed economico mediante un sobrio e trasparente sistema di equazioni. Data l’importanza del ferro – simbolo dell’industria e della potenza – nell’Ottocento, per i primi economisti non era abbastanza uscirsene con una legge: doveva essere una “legge ferrea” dell’imitazione di Newton e specialmente della sua meccanica Albert Hirschman (A propensity to self-subversion, trad.it. Autosovversione, 1995)

Gran parte dell’economia accademica è in passato caduta preda della cosiddetta «invidia della fisica», per analogia con il concetto freudiano di invidia del pene
Timothy Garton Ash (“Se l’economia assomiglia alla medicina”, La Repubblica, venerdì 5 febbraio 2016,)

L’economia deve rimanere una materia per specialisti – come l’odontoiatria. Sarebbe davvero magnifico se gli economisti riuscissero a pensarsi come una categoria di persone utili e competenti: come i dentisti, appunto. John Maynard Keynes, Possibilità economiche per i nostri nipoti, Adelphi, Milano 2009

[L’economia è ] triste, desolata e, in effetti, piuttosto abietta e angosciante; quella che potremmo chiamare, a titolo di eminenza, la scienza triste
Thomas Carlyle (1849)

Conosce il prezzo di tutto ed il valore di niente
Oscar Wilde (Ritratto di Dorian Gray, 1890)

[Il banchiere Saccard] non ama il denaro come un avaro, non vuole ammucchiarlo, ma lo vuole far scaturire come una sorgente, da ogni luogo.
Emile Zola (Il Denaro, 1891)

Dietro ogni grande fortuna c’è un crimine
Honorè de Balzac (Le Perè Goriot, 1834)

Gli uomini pratici, che si ritengono completamente liberi da ogni influenza intellettuale, sono generalmente schiavi di qualche economista defunto. Pazzi al potere, i quali odono voci nell’aria, distillano le loro frenesie da qualche scribacchino accademico di pochi anni addietro.
John Maynard Keynes (Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, 1936)

Il lungo termine è una guida fallace per gli affari correnti: nel lungo termine saremo tutti morti. John Maynard Keynes (Saggio sulla riforma monetaria, cap. 3, 1923)

L’importanza della moneta deriva essenzialmente dall’essere un legame fra il presente ed il futuro.
John Maynard Keynes (Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, 1936)

Quando si risparmiano cinque scellini, si lascia senza lavoro un uomo per una giornata.
John Maynard Keynes (Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, 1936)

La maggior parte, probabilmente, delle nostre decisioni di fare qualcosa di positivo, le cui piene conseguenze si tracceranno nei giorni a venire, può essere presa solo come il risultato di spiriti animali - un impulso spontaneo all’azione piuttosto che all’inazione, e non come risultato di una media ponderata di benefici quantitativi moltiplicati per probabilità quantitative John Maynard Keynes (Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, 1936)

Schifissima cosa è il topo; ma nell’assedio di Casilino uno ne fu venduto duecento fiorini per Lo gran caro; e non fu caro, poichè colui, che il vendè, morio di fame, e l’altro scampò
Bernardo Davanzati, cit. dall’abate Ferdinando Galiani ( Della Moneta, Libro I, capo II, 1751)

Nei mari del Sud vive un popolo che pratica infatti il culto dei cargo: durante la seconda guerra mondiale hanno visto atterrare aerei carichi di ogni ben di Dio, ed ora vorrebbero che la cosa continuasse. Hanno tracciato sul terreno delle specie di piste; accendono fuochi ai loro lati; hanno costruito una capannuccia in cui si siede un uomo con due pezzi di legno a mo’ di cuffie, e da cui sporgono dei bambù a mo’ d’antenne radio (l’uomo rappresenta il controllore di volo); ed aspettano che gli aerei atterrino. Fanno tutto correttamente; la forma è perfetta e rispetta quella originale: ma la cosa non funziona. Non atterra nessun aereo. Così parlo di scienze da cargo cult: sono scienze che seguono i precetti e le forme apparenti dell’indagine scientifica ma alle quali, però, manca un elemento essenziale, visto che gli aerei non atterrano.
Richard Feynman (Lezione Magistrale al CalTech, 1974, trascritta in appendice a “Surely you’re joking, Mr.Feynman!”)

“L’economia è molto semplice. Ho 10 sterline in tasca. Se vado a comprare tre pinte di birra a Cambridge probabilmente devo farmi imprestare dei soldi. Se continuo a farlo finirò i miei soldi e fallirò. Non è difficile.” Uno dei grandi misteri della vita, almeno della mia vita, è la facilità con la quale la brava gente si lascia abbindolare da questa logica puerile. Infatti la dimensione individuale della finanza è una pessima base per capire la dimensione pubblica della finanza, come ebbi a spiegare nella mia risposta: “L’economia che regola la nostra vita privata è caratterizzata da una splendida indipendenza tra le nostre spese e le nostre entrate. Per cui quando si riducono le spese le entrate non vengono ridotte. Ma se un intero paese si impegna in una severa campagna di contenimento delle spese, le entrate di quel paese si ridurranno.” Questo perché sulla scala nazionale la spesa totale e le entrate totali sono uguali, infatti tutto quello che viene guadagnato è stato speso da qualcun altro. Per cui se ogni persona e ogni impresa nel paese riducono le proprie spese l’unica cosa che lo stato può fare è ridurre a sua volta le proprie spese. Per questo la caduta della spesa complessiva in un paese comporta un’uguale caduta delle entrate a livello nazionale e a questa consegue una riduzione degli imponibili fiscali e una riduzione del gettito fiscale per lo stato. Ovvero lo spettacolare autogol dell’austerità: una continua riduzione delle entrate dello stato che rende impossibile il pagamento del debito pubblico. Questa è la ragione per la quale l’austerità è, in assoluto, la soluzione sbagliata.
Yanis Varoufakis. Adulti nella stanza

L’errore più grande che si possa fare in politica economica oggi, è sostenere che la crisi del debito pubblico nazionale è dovuta allo spreco, all’evasione fiscale, al populismo dei partiti politici, alla noncuranza dei poteri pubblici. Tutto questo è vero, ma è irrilevante e serve a coprire l’impotenza di chi governa: si pone fine allo spreco, all’evasione, alla noncuranza se c’è ripresa e l’avvio di un processo per la piena occupazione. Altrimenti, tutta la spesa pubblica è spreco: dall’istruzione, alla sanità, alla previdenza, alla ricerca, all’ambiente, alla cultura, al sussidio di disoccupazione, fino ai lavori pubblici. Paolo Leon, Le origini della crisi

Il 5 novembre del 2008 la regina d’Inghilterra visitò la prestigiosa London School of Economics e durante la cerimonia fece una domanda passata alla storia come “la domanda della regina“. Ci sono delle versioni discordanti sulle parole esatte che ha utilizzato, ma il senso è questo: “Come mai la maggioranza degli economisti non ha previsto la crisi finanziaria del 2008?” Ricordiamo, infatti, che il fallimento della Lehman Brothers nel settembre del 2008 ha dato origine alla più grande crisi finanziaria dal 1929 e alla recessione di tanti paesi che ancora dura, e che economisti di fama mondiale non sono stati capaci né di prevedere la crisi né di interpretare quello che stava avvenendo.

Affermare che l’economia sia una scienza dura al pari della fisica permette di far passare scelte politiche per risultati scientifici e quindi neutri“¦ Io penso che l’economia tratti di temi che riguardano tutti direttamente, che sono influenzati dai nostri comportamenti e quindi riguardano la politica. La fisica si occupa invece di fenomeni naturali che nella maggior parte dei casi avvengono indipendentemente dalle nostre scelte. Porre l’economia e la fisica sullo stesso piano è sostanzialmente una truffa. Stefano Zapperi

La mano invisibile del libero mercato è invisibile semplicemente perchè non esiste Joseph Stiglitz

Insegnate ad un pappagallo a dire ‘domanda ed offerta’, otterrete un perfetto economista Cit. da Irving Fisher (Rate of Interests, 1905)